I principali argomenti trattati a lezione sono: la transizione dal medioevo al moderno; la costruzione del modello individualistico: giusnaturalismo e illuminismo; le rivoluzioni settecentesche; consolidazioni e codici; Incrinature del modello individualistico; il Novecento e la società di massa: la risposta totalitaria e la risposta democratica.
Per gli studenti frequentanti:
- appunti delle lezioni con le integrazioni indicate dalla docente a lezione (nel caso in cui qualcuno degli studenti frequentanti dovesse sostenere l'esame da 12 cfu, verranno concordate le opportune integrazioni).
- M. Fioravanti, art. 2, Roma, Carocci 2017 o, in alternativa, M. Dogliani - C. Giorgi, art. 3, Roma, Carocci, 2017
La docente utilizza la piattaforma Moodle sia per caricare i materiali che per svolgere il c.d. progetto cinema.
Gli studenti che sceglieranno di aderire al progetto cinema, sosterranno l'esame unicamente sugli appunti delle lezioni (per riferimenti più estesi al progetto cinema, si rinvia al quadro su 'metodi didattici')
Per gli studenti non frequentanti che sostengono l’esame da 12 crediti:
- P. Grossi, Scienza giuridica italiana - Un profilo storico 1860-1950, Milano, Giuffrè 2000.
in aggiunta, uno dei due libri sottoindicati a scelta:
- P. Grossi, La cultura del civilista italiano, Milano, Guiffrè 2002,
o p p u r e :
- P. Grossi, Introduzione al Novecento giuridico, Roma-Bari, Laterza, 2012.
Per gli studenti non frequentanti che sostengono l'esame da 6 crediti:
P. Grossi, Scienza giuridica italiana - Un profilo storico, Milano, Giuffrè 2000, escluso l'ultimo capitolo.
Obiettivi Formativi
Il corso, rivolgendosi agli studenti del III anno, a studenti, cioè, che hanno acquisito competenze nelle principali aree del giuridico, mira, in primo luogo, ad affinare le capacità di contestualizzazione temporale degli argomenti che vengono affrontati durante il corso.
In particolare, la scelta, effettuata dalla docente, di affrontare un percorso di lungo periodo (dall'Umanesimo alla contemporaneità) e di considerare congiuntamente aspetti privatistici e pubblicistici, teorici e normativo-istituzionali, dovrebbe sviluppare negli studenti la capacità di relativizzare lo stesso presente, vedendo in esso l'espressione di una stagione storica, ugualmente esposta a un moto evolutivo e quindi impossibile da immobilizzare nei suoi tratti conosciuti. Da questo punto di vista, la percezione della storia (e dello stesso presente) come movimento incessante, è finalizzata a sollecitare negli studenti una riflessione complessiva sui tanti aspetti del giuridico (normativi, giurisprudenziali, emergenti dalla prassi ecc.) e sull'insieme di fonti che formano il tessuto regolativo delle diverse esperienze storiche. In tal modo, la riflessione sulla storia si intende finalizzata a sviluppare capacità di lettura critica del passato e del presente, ma anche a stimolare una visione a tutto tondo del giuridico e a sollecitare, per questa via, intuizioni e riflessioni sul futuro degli ordinamenti, corentemene con gli obiettivi di un Corso di studio che intende formare un giurista capace non solo di leggere il diritto, ma anche di prestare un contributo alla sua progettazione.
Prerequisiti
Le propedeuticità sono quelle generalmente previste dal Regolamento del Cds (diritto privato I e diritto costituzionale generale); sebbene sia consigliabile aver sostenuto l'esame di storia del diritto medievale e moderno (I anno), sono ammessi a sostenere l'esame anche gli studenti che non lo abbiano sostenuto.
Metodi Didattici
L'insegnamento si svolge attraverso lezioni frontali; la docente si avvale della piattaforma Moodle per caricare fonti e materiali essenziali ad integrare le cononscenze trasferite in aula.
A partire da questo anno accademico verrà offerta agli studenti la possibilità di partecipare, su base volontaria, a un 'progetto cinema'; in particolare: verranno selezionati dalla docente quattro film legati agli argomenti del corso. Verranno formati dei gruppi di circa 30 studenti cui verrà assegnata la visione di uno dei film. Ciascun gruppo di studenti verrà diviso in tre sottogruppi: a un primo gruppo verrà chiesto di sostenere una delle tesi emergenti dal film; a un secondo gruppo la tesi contraria; a un terzo gruppo di valutare la qualità delle argomentazioni utilizzate dagli studenti degli altri due gruppi. Questi gruppi verranno costituiti e organizzati come forum nella piattaforma Moodle, in modo che gli studenti abbiano a disposizione una zona comune di confronto e discussione. Ogni studente può discutere e vedere soltanto il forum del gruppo cui appartiene. A ciascun gruppo si chiede di consegnare una relazione conclusiva.
Un simile progetto si intende orientato: a stimolare una riflessione critica sui temi sottoposti agli studenti, attraverso la produzione di corrispondenti argomentazioni; a favorire il lavoro di gruppo, e ad abituare alla gestione di un dialogo su forum costruttivo, rispettoso delle diverse opinioni altrui, e capace di scongiurare l'utilizzazione di toni offensivi.
I film proposti questo anno sono:
- 'Il labirinto del silenzio' e 'Woman in gold: si tratta della ricostruzione di due storie processuali che hanno realmente avuto luogo e che inducono, attraverso il racconto della Shoah, a riflettere sul rapporto che ogni epoca dovrebbe avere con la propria storia e con la memoria di avvenimenti ritenuti cruciali per la costruzione della realtà democratica;
- 'Due giorni e una notte' e 'We want sex equality': si tratta, in questo caso, di film che affrontano il tema del lavoro, sotto due diversi profili: la prospettiva di una completa liberalizzazione e privatizzazione delle relazioni di lavoro; la parità retributiva tra uomini e donne.
Per chi intende partecipare al 'progetto cinema' è prevista una didattica seminariale (circa 3 ore) dedicata alla visione e alla discussione del film. A ciò si aggiunge il tempo che ogni studente dedicherà alla discussione nei forum appositamente attivati sulla piattaforma Moodle per contribuire al lavoro di gruppo finale.
Altre Informazioni
Gli studenti che intendono frequentare il corso devono iscriversi in un'apposita lista fornita dalla docente a lezione; l'iscrizione sulla piattaforma Moodle è necessaria per ricevere le informazioni fornite durante il corso, i materiali didattici e per partecipare ai progetti di didattica innovativa.
La frequenza viene verificata mediante appello a lezione.
Non sono ammesse più di tre assenze non giustificate.
Modalità di verifica apprendimento
L'esame avverrà in forma orale; esso si articola in tre-quattro domande; la prima, solitamente, verte su un argomento di portata generale, e serve alla docente a verificare non solo la capacità dello studente di collocare adeguatamente nel tempo l'argomento su cui viene invitato a rispondere, ma anche la capacità di inquadrare un fenomeno di largo respiro. Le altre domande, solitamente, sono di carattere più puntuale e servono alla docente a verificare la capacità dello studente di restituire in maniera dettagliata informazioni e concetti più circoscritti, nonchè l'attitudine a connettere argomenti puntuali a riferimenti più generali. Nel valutare le risposte, oltre alle capacità di inquadramento e concettualizzazione, verrà dato particolare riguardo alla qualità del linguaggio utilizzato che deve essere appropriato sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista della maturità e ricchezza linguistica.
Programma del corso
Il corso intende analizzare i nessi che tengono insieme le immagini del diritto privato e del diritto pubblico sia nella messa a fuoco del c.d. modello liberale-individualistico di convivenza, sia nella sua progressiva erosione. A tal fine viene ricostruito, attraverso alcune tappe salienti, un percorso di lungo periodo che dall'Umanesimo arriva alla contemporaneità. Sono due, essenzialmente, i varchi utilizzati per solcare un arco cronologico così lungo: le diverse modalità di tematizzazione del diritto di proprietà e il differente modo con cui viene ricostruito il rapporto tra norma e interprete. Il corso è strutturato in tre parti fondamentali:
I) LA COSTRUZIONE DEL MODELLO INDIVIDUALISTICO
- Il rapporto tra medioevo e moderno: la liberazione antropologica, religiosa, politica e giuridica. Il termine 'liberazione' efficacemente utilizzato da Paolo Grossi, mira a restituire la percezione che la modernità ha di se stessa, come momento, appunto, di liberazione, di superamento radicale della mentalità medievale. L'indagine sulla nascente modernità serve a mettere lo studente in contatto con la complessità dei periodi di transizione e con la compresenza, che in essi si realizza, tra elementi di novità ed elementi viceversa riportabili alle più tradizionali immagini dell'ordine giuspolitico. Nell'esame delle liberazioni, viene dato particolare risalto alla interpretazione di Weber sulla riforma protestante, come origine di quel processo, non ancora concluso, che ha portato le società occidentali a elevare la ricchezza e il successo a valori anche eticamente positivi; del pari, viene dato risalto all'opera di Bodin, sia per sottolineare gli elementi di modernità caratteristici del suo discorso, sia quelli che lo legano all'immaginario politico e giuridico medievale.
- giusnaturalismo: il discorso sul giusnaturalismo viene affrontato per entrare in contatto con la prima, compiuta, formulazione teorica di un modello individualistico di convivenza, incardinato sulla smultanea centralità di individuo e Stato; dopo aver indicato le caratteristiche salienti di tale movimento filosofico, si dedica particolare attenzione all'esame dei percorsi teorici di Thomas Hobbes e John Locke.
- illuminismo: viene esaminato come fenomeno culturale che utilizza in buona parte l'ideario messo a punto dal giusnaturalismo, tentando di trasformarlo in uno strumento di critica degli ordinamneti esistenti e in una potente leva per la loro trasformazione, soprattutto attraverso l'idea di riforma e riformabilità degli ordinamenti. Viene dato particolare rilievo alla figura di Beccaria: se ne esaminano le posizioni in materia di pena di morte e di relazione tra giudice e legge.
- La rivoluzione americana e la rivoluzione francese vengono esaminate nei loro tratti salienti per mostrare come un insieme di concetti in apparenza del tutto 'teorici' (lo stato di natura, il contratto sociale, la resistenza ecc.) trovino in realtà un loro fertile terreno di recezione sia nel lessico dei processi rivoluzionari, sia nel livello, ufficiale, dei documenti e nelle norme successivi. Per il caso americano, si esamineranno i contenuti della dichiarazione di indipendenza e le caratteristiche salienti della costituzione federale del 1787, nel tentativo di mettere gli studenti in contatto con un modello costituzionale che, a differenza di quelli dell'Europa continentale, tende a temere il potere del legislatore e a confidare nel potere del giudice (in questa luce viene spiegata anche la nascita del sindacato diffuso di costituzionalità). Della rivoluzione francese viene esaminata con attenzione soprattuto la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino dell'agosto del 1789 per mettere lo studente in contatto con un'altra idea di rivoluzione e di modernità; si dedica particolare attenzione al c.d. legicentrismo che caratterizza la rivoluzione e che sarà una caratteristica precipua di tutto il diritto dell'Europa continentatle del XIX secolo; così come si analizza il ruolo 'ancillare' immaginato per giudici e giuristi.
- la codificazione: in prima battuta, si cerca di identificare le caratteristiche generali della codificazione, le caratteristiche, cioè, che autorizzano a considerare la codificazione un punto di svolta nella storia giuridica europea; in seconda battuta, si dedica attenzione all'esame delle differenze che caratterizzano alcune esperienze codificatorie, proprio per confermare come il diritto, anche quando si ispira a uno stesso modello ideale e ordinativo, tende a mantenersi aderente alle peculiarità dei diversi contesti storici. In questa ottica vengono esaminati il codice civile francese, l'ABGB e il codice civile italiano del 1865.
- l'area tedesca: la scuola storica, la Pandettistica: il discorso sull'area tedesca viene aperto col riferimento alla disputa tra Savingy e Thibaut per mettere lo studente in contatto con diverse prospettive da cui si guarda al codice; proseguendo nell'analisi del percorso di Savigny e delle sue evoluzioni (dal Beruf al System) si arriva ad affrontare la vicenda pandettistica. Al riguardo ci si sofferma in particolar modo: sul ruolo e il lavoro immaginato per il giurista (la costruzione del sistema, la piramide concettuale) e sulla concezione di proprietà come diritto elastico.
- il BGB: è l'ultimo codice che viene analizzato; si analizza l'influenza della pandettistica nella sua elaborazione, così come la presenza di dispozioni (le c.d. 'gocce di olio sociale') riportabili ad altre ascendenze culturali.
- la scuola di diritto pubblico: completa la parte relativa alla costruzione del modello individualistico sotto il profilo dell'inquadramento dogmatico della sovranità dello Stato; dopo un rapido cenno alla figura di Carl Von Gerber, si concentra l'attenzione su Vittorio Emanuele Orlando e su alcuni punti centrali della sua riflessione (rifiuto del contrattualismo, teoria dell'autolimitazione dello Stato, teoria della personalità giuridica dello Stato, teoria della rappresentanza).
II) LE INCRINATURE DEL MODELLO INDIVIDUALISTICO
Vengono analizzati tra fronti che segnalano l'apertura di alcune crepe, di alcune incrinature nel c.d. modello individualistico di convivenza; in particolare si prende in esame: a) il dibattito sulle proprietà collettive (Maine, De Laveleye, Zucconi); b) i c.d. 'difetti sociali' del diritto civile; in particolare: il rapporto di lavoro subordinato e la legislazione sociale; c) l'interpretazione evolutiva e la rivalutazione del ruolo del giurista.
III) LA CRISI DEL MODELLO INDIVIDUALISTICO DI CONVIVENZA
'Crisi' è la parola chiave che viene utilizzata per avvicinare il Novecento, il secolo, cioè che segna l'apertura di una nuova stagione nel modo di concepire la relazione tra Stato e società e le stesse relazioni infrasociali. Per introdurre il discorso sul nuovo secolo si fa riferimento a due immagini speculari della crisi circolanti nel discorso giuridico primonovecentesco: 'troppa società nello Stato' e 'troppo Stato nella società'. Si tratta di immagini che servono, rispettivamente, ad alludere al nuovo volto della società di massa, che è una società organizzata e conflittuale che preme sullo Stato, che ne insidia la solitudine sovrana; e ad alludere, contemporaneamente, al crescente intervento dello Stato nei rapporti economici privati, intervento iniziato sotto la spinta delle urgenze belliche e non destinato a chiudersi con esse. Se quindi il XIX secolo aveva immaginato l'ordine come esito della interazione armonica e tendenzialmente non interferente tra privato e pubblico, società e Stato, la grande sfida del XX secolo consiste nel riuscire a ripensare l'ordine mettendo in relazione queste sfere, immaginando diverse modalità per la loro intersezione.
Sulla base di queste premesse, vengono analizzate le due principali risposte politico-giuridiche:
a) la risposta totalitaria; in particolare, vengono spiegate le caratteristiche di un potere a vocazione totalitaria (centralità delle organizzazioni intermedie e degli strumenti di inquadramento sociale; crescita della politica soicale dello Stato; rilievo della propaganda; ruolo immaginato per i diritti e l'autonomia individuale e sociale);
b) la risposta democratica; in particolare: si analizza il testo dello Statuto albertino in comparazione con quello della Costituzione repubblicana per capire in che cosa le costituzioni democratiche del Novecento si distinguono dalle Carte liberali del 1800; si evidenziano i punti di discontinuità della Carta Costituzionale con la visione dell'ordine giuspolitico tipica della precedente esperienza fascista; si analizzano in particolare gli art. 2 e 3 della costituzione, ritenuti centrali per spiegare il progetto costituente nel suo complesso; ci si sofferma sul problema dell'attuazione costituzionale e della vita della costituzione nei decenni di storia repubblicana.